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sabato 30 maggio 2020

Step #23: pubblicizziamo la nostra cintura per il teletrasporto

Illustrazione personale

Step #22: un'innovazione tecnologica

In un prossimo futuro, la tecnologia ci porterà a traguardi per ora solo immaginabili. 

I nostri ritmi e le nostre abitudini potrebbero essere letteralmente sconvolte da un'invenzione che in questo momento può essere solo immaginata e che ha spopolato in molti film fantascientifici: 
il teletrasporto.

Scena del teletrasporto tratta dalla saga di Star Trek

In questa sede, però, non abbiamo un teletrasporto normale. Esso sconvolgerà i nostri rituali, nei viaggi e negli spostamenti in generale, anche quelli più piccoli, in quanto non avremo più bisogno di spostarci fisicamente, ma viaggeremo alla stessa velocità dei nostri messaggi Whatsapp, sfruttando la stessa rete, potenziata. 

Guardando alle potenzialità rese disponibili dallo sviluppo del 5G con l' "Internet of things", in futuro le reti 10G o superiori, saranno abbastanza potenti da trasmettere dati enormi, compresi i dati che compongono una persona una volta dematerializzata. 

Tale dematerializzazione è resa possibile da una cintura che, quando indossata, permette di trasformare l'uomo che la indossa in una serie di dati che, una volta immessi in rete, vengono riassemblati nel luogo in cui ci si voleva spostare. 
Luogo, eventuale orario di arrivo, back-up e gestione del tutto, può essere scelto e impostato da smartphone, scaricando l'app dell'azienda. 

Le implicazioni di una tale innovazione radicale sono infinite, con uno sconvolgimento dei ritmi di vita e con un annullamento dei confini. 
La globalizzazione raggiungerebbe il suo massimo significato. 


venerdì 29 maggio 2020

Step #21: i brevetti legati ai riti

Come per tanti step finora affrontati, anche i brevetti relativi al nostro verbo si riferiscono al mondo ecclesiastico.

La ricerca è stata affrontata utilizzando il sito Google Patents e di seguito riportiamo alcuni esempi.

Il primo brevetto che analizziamo è il brevetto di Jaco Francis James De, depositato negli Stati Uniti d'America nel 1931, codice US1889044.

È lo studio della valigetta utilizzata dai preti per le cerimonie itineranti, con un'attenta analisi dello spazio e delle necessità del prete.

I disegni tecnici e la descrizione precisa del brevetto si trovano al seguente link.


Una moderna valigia per celebrazioni


Questo però non è altro che l'evoluzione di un precedente brevetto, sempre statunitense, con codice US1242570A.

L'inventore, Alexander Eustace Maguire, realizzò e brevettò una valigetta, con la stessa finalità di quella sopra descritta.

I disegni tecnici si possono visualizzare a questo link.





Link:
https://books.google.com/advanced_patent_search
https://patents.google.com/patent/US1889044?oq=ritual
https://patents.google.com/patent/US1242570?oq=ritual
https://www.holyart.it/it/accessori-per-la-liturgia/valigie-per-la-celebrazione/valigia-per-celebrazione-in-abs-foderata-jacquard-rosso

martedì 26 maggio 2020

Step #20: un materiale

In questo post, come in quasi tutti gli ultimi, la difficoltà più grande è quella di restare all'interno del suo significato più comune e non di sfruttare cavilli etimologici per rispondere al quesito dello step.

È così che per la ricerca del materiale, è stata scelta la strada del "riciclabile", soprattutto quelli riciclabili all'infinito.


Mastro vetraio all'opera
A parte i metalli, il materiale riutilizzabile per eccellenza è il vetro.
Quest'ultimo è stato scelto non solo per la sua riciclabilità, assimilabile a un rituale di "produzione-uso-riciclo", ma anche per la storia e i processi di lavorazioni manuali che stanno dietro alla produzione, rituali tramandati nel corso dei secoli da maestro ad apprendista.

I mastri vetrai insegnano ai "novizi" l'arte e le malizie del lavoro, impiegando minimo un anno per la condivisione di tutte le informazioni necessarie.









Link:
-http://www.po.camcom.it/servizi/rimprese/pratiche/aamaestro.php
-https://www.corsiprofessionali.top/diventare-vetraio-lartigiano-lavora-vetro/

Step #19: le scienze forensi

La disciplina scientifica che più si lega al tema del blog è l'insieme delle scienze forensi.

Con scienza forense s'intende l'insieme di tecniche utilizzate per le investigazioni scientifiche necessarie alle investigazioni in seguito a reati.


Il famoso nastro usato sulle scene del crimine negli USA


Con il nostro verbo preso in esame, ci si collega facendo riferimento all'insieme di riti e metologie che devono essere applicate con rigore e costanza per permettere la corretta rilevazione delle prove sulla scena del reato.

Nell'immaginario collettivo, le scienze forensi sono protagoniste di molte serie tv e parte centrale in molti film, ma anche nei cartoni animati.
Tra i più famosi ricordiamo:
- Dexter;
- CSI;
- NCIS;
- Detective Conan;
- RIS;
- Sherlock Holmes;




Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Scienza_forense
https://www.onissf.it/lorem-ipsum/

lunedì 25 maggio 2020

Step #18: un fatto di cronaca

Il lockdown che stiamo vivendo, reso necessario in risposta all'emergenza sanitaria, ha sconvolto le nostre abitudini e i nostri rituali, compresi quelli sacri. 

È in questo frangente che la tecnologia ci viene in soccorso, accorciando le distanze nonostante la "social distancing". 

Il fatto di cronaca che vi mostreremo, è uno dei tanti che hanno come fulcro la stessa storia, cioè l'impossibilità di svolgere attività fino a ieri date per scontate. 

A Vercelli, infatti, il 26 febbraio il rito delle ceneri è stato annullato e trasmesso in diretta video sui social, con la sola presenza del vescovo a presenziare la funzione. 
«In tal modo - confermano dalla curia - i fedeli potranno unirsi spiritualmente e prendere parte dalle loro case alla liturgia celebrata, riscoprendo così il valore della famiglia “chiesa domestica”».
Forse, in futuro, con il graduale ritorno alla normalità, essa stessa non sembrerà più tale e la libertà che prima davamo per scontata con i suoi ritmi e le sue abitudini, diverrà motivo di gioia.






Link:
https://www.lastampa.it/vercelli/2020/02/26

sabato 16 maggio 2020

Step #17: l'abbecedario del verbo

In questo post, un po' diverso dal solito elenchiamo una parola che, spaziando tra varie discipline, si riferirà al rituale nella tecnologia.


A: armare
B: battilastra
C: caricare
D: domotica
E: elettroforesi
F: fusione
G: germinazione
H: hackathon
I: impostazione
L: limatura
M: mummificazione
N: navigare
O: ossigenazione
P: pressofusione
Q: quantificare
R: rastrematura
S: sanificare
T: tranciatura
U: uniformare
V: vulcanizzare
Z: zincatura

Al prossimo step!

giovedì 14 maggio 2020

Step #16: il testimonial

Il protagonista per la nostra parola, ritualizzare, è stato scelto cercando un lavoratore, un uomo che fosse simbolo di una lavorazione manuale ormai sempre più automatizzata, ma che rappresenta nel suo lavoro, l'evoluzione della civiltà, il fabbro.

La ritualità dei gesti, dettati dalla necessità di temprare i materiali e dal fondere perfettamente i vari metalli combacia perfettamente con la richiesta di questo post.


Artista sconosciuto, illustrazione moderna
del dio Efesto nella sua fucina


Come portavoce e testimonial del fabbro, è stato scelto il dio greco Efesto, ripreso dalla tecnologia romana con le veci del dio Vulcano.

Secondo il mito, il dio ha la sua fucina all'interno dell'Etna, dove lavora con i suoi aiutanti ciclopi.

Tra le opere più celebri associate al dio, oltre a tutte le suppellettili usate sull'Olimpo, vi sono:

- bastone di Agamennone;
- armatura di Achille;
-arco e frecce di Eros;
- carro di Helios;






Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Efesto
http://web.tiscali.it/mitologia/Efesto.htm

mercoledì 13 maggio 2020

Step #15: il verbo nel Novecento

Col Novecento si hanno un'infinita serie di scoperte che portavo ad un avanzamento tecnologico e scientifico senza precedenti, andando di pari passo anche alle due Guerre Mondiali.

Superato il clima di sfiducia generale che aveva colpito il mondo scientifico, accusato di aver portato alla creazione della bomba atomica, si arriva al 1953, anno in cui grazie all'utilizzo di immagini ottenute dalla diffrazione a raggi X si realizza il primo modello a doppia elica del DNA.

Tale realizzazione è stata da Rosalind Franklin, James Watson e Francis Crick.
Nel 1919 P. Levene aveva individuato la struttura del nucleotide, composta da base azotata, zucchero e fosfato.
Essi diedero letteralmente forma alle scoperte degli anni precedenti, disponendo con regolarità i nucleotidi.

Mr. DNA, scena tratta dal film Jurassic Park

Questi ultimi sono 4 e sono:

  • Adenina
  • Timina
  • Citosina
  • Guanina

Si possono collegare tra loro solo in coppie A-T e C-G, disponendosi, appunto, in una doppia elica. 

La ritualità è, in questo caso, ritrovata in questo ultimo passaggio, ben spiegata da Mr. DNA nel film Jurassic Park, per chi fosse interessato alla cinematografia. 




Link: 

giovedì 7 maggio 2020

Step #14: la ritualizzazione nella tecnologia ottocentesca

Nel XIX secolo, la tecnologia si sviluppava giorno dopo giorno seguendo l'onda del progresso che portò alla definizione del periodo a cavallo del 1800 come "prima rivoluzione industriale".

Legandoci al verbo analizzato, siamo andati alla ricerca di un processo tecnologico sviluppato all'inizio del secolo, analizzandone i vari passaggi alla ricerca di un rituale da seguire per ottenere il risultato desiderato.

Stiamo parlando della litografia, processo di stampa chimico-fisica delle immagini.

Fotografia della conclusione del processo litografico

La scoperta è stata fatta nel 1796, quasi per caso, per poi svilupparsi subito dopo, imponendosi fortemente sul mercato, con già 59 stabilimenti in Francia nel 1831.
  1. Il processo litografico si basa sull'incompatibilità di alcuni inchiostri con l'acqua e può essere suddiviso nei seguenti punti:
  2. La matrice, fatta di pietra calcarea, granulosa e costituita da carbonato di calcio, deve avere uno spessore che vada dai 6 ai 12 cm. Inoltre, la pietra deve essere compatta ed omogenea per evitare fratture sotto la pressione del torchio.
  3. La superficie della pietra va levigata con pomice, sabbia o, ancora meglio, carborundum, per togliere qualsiasi segno.
  4. Si disegna con una matita litografica o con dell'inchiostro litografico composti da sostanze grasse (l'inchiostro litografico è tipico per essere molto oleoso); infatti, il carbonato di calcio trattiene con facilità le sostanze grasse. Va ricordato che, sulla pietra, le immagini devono essere disegnate in modo speculare.
  5. Finito il disegno si spennella la pietra con un liquido a base di acido nitrico, gomma arabica acidificata e acqua. Per capire se tale liquido (chiamato "preparazione") ha un giusto grado di acidità, lo si spennella sul bordo della pietra. Se la reazione provoca molta schiuma vuol dire che è troppo forte: se viene usato così com'è il disegno ne risente. Se invece produce poca schiuma vuol dire che non è abbastanza forte. L'ideale sarebbe non molta schiuma e che sia persistente. La causa della reazione che si verifica è l'acido nitrico che trasforma tutte le parti non protette dall'inchiostro litografico, trasformando il carbonato di calcio in nitrato di calcio, sostanza idrofila.
  6. La stampa avviene dopo 24 ore dalla preparazione, mediante il torchio litografico, la matrice disegnata viene bagnata e poi inchiostrata con un rullo di caucciù.
  7. L'inchiostro aderisce dove c'è il disegno e viene respinto dalla pietra bagnata.
  8. Si mette il foglio di carta da stampare, si aggiungono altri fogli ed un cartone grassato e alla fine il tutto viene compresso.
  9. Ad operazione ultimata, il foglio viene tolto e fatto asciugare.
Senefelder, inventore del processo, sviluppa anche il metodo autografico mediante il quale non si deve più fare il disegno alla rovescia.





Link:

-https://it.wikipedia.org/wiki/Litografia

-https://www.artesplorando.it/2016/03/la-litografia-piccola-guida-per-capire-cose.html

-https://www.frammentiarte.it/2014/litografia/

mercoledì 6 maggio 2020

Step #13: la ritualità nel XVIII secolo

Telaio manuale, foto di La luna e i falò 
Fino al 1733, la tessitura su telaio era un processo lungo e che richiedeva la presenza di due operai per i telai più grossi di 1,2/1,4 metri, in quanto la navetta, o spoletta, doveva essere lanciata da una parte all'altra dell'ordito, srotolando nel mentre il filo che andava poi battuto dal pettine, cosi da compattare tutto il tessuto.






Esempio di funzionamento dei primi
telai a spoletta volante
Dopo quell'anno, il processo manuale di movimentazione della spoletta diventa meccanico,grazie all'invenzione di John Kay.
Il risultato è lo stesso, la differenza è data dalla necessità di un solo operaio per ogni macchina, anche con telai molto grandi.

I primi meccanismi di lancio furono ancora azionati manualmente dal tessitore che, lanciava la spoletta da una parte all'altra per mezzo di corde ancorate a un impugnatura centrale tenuta in mano.


Il primo vero e proprio telaio meccanico fu realizzato solamente nel 1975, con l'aggiunta di un motore a vapore e con la meccanizzazione del movimento della spoletta. 

La ritualità del gesto e la valenza storica, da rituale tramandato da madre in figlia a lavoro realizzato da una macchina, mi ha incuriosito, così da rendere parte del nostro percorso anche la tessitura. 











Link: 

venerdì 1 maggio 2020

Step #12: il rituale nella tecnologia tra il VI e il XVII secolo

Forse ispirato dagli eventi che stiamo vivendo, per quanto riguarda i rituali nella tecnologia mi sono dedicato ad una ricerca sui rituali dei medici durante la grande epidemia di peste del 1346 (anno di diffusione in Europa).

Dal punto di vista storico, la Peste Nera si diffuse negli anni '30 negli altipiani della Mongolia e poi, grazie alle rotte commerciali e ai relativi scambi, l'epidemia approdò sulle sponde orientali del Mediterraneo, raggiungendo il sud Italia e dilagando, in seguito, in tutta Europa.
Senza cure e senza vere e proprie conoscenze mediche su come affrontarla (per esempio non si pensava che potesse essere passata da uomo a uomo), la mortalità combinata delle varie tipologie di peste, peste bubbonica, setticemica e polmonare, raggiunse il 50% degli infetti, uccidendo tra le 20 e le 25 milioni di persone, un terzo della popolazione Europea.
Per quanto riguarda Africa e Asia, i dati non sono disponibili.

I rituali che andiamo a esaminare sono due.

Il primo è il metodo in cui i famosi Medici della Peste si proteggevano, secondo le credenze dell'epoca, dal virus.
Essi utilizzavano l'altrettanto famosa maschera a "becco" con due fori per gli occhi protetti da lenti di vetro e due per le narici, sfruttando il becco per inserire all'interno spugne imbevute d'aceto e essenze profumate per tenere lontani i cattivi odori. Questo perché si pensava che gli odori fossero veicolo del morbo.

Trionfo della morte, Palazzo Sclafani,
Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo (1446)


Un componimento del XVII secolo di autore ignoto, fa intendere come queste idee fossero radicate e come si pensasse che i medici fossero invulnerabili:

“Le loro maschere hanno lenti di vetro

i loro becchi sono imbottiti di antidoti.

L’aria malsana non può far loro alcun male,

né li mette in allarme.”





Una cura particolarmente strana e, soprattutto, inutile, fu quella messa in pratica dal medico Thomas Vicary
L’intero rituale fu chiamato “il metodo Vicary” e consisteva nello spennare il sedere di un pollo rigorosamente vivo per poi legarlo sui linfonodi gonfi del paziente. 
Una volta che il pollo si ammalava, bisognava lavarlo e riposizionarlo sul paziente, aspettando la guarigione di uno o dell'altro. 
Per quanto questa tecnica abbia portato solo ad effetti negativi grazie al fatto che infettando i polli l'epidemia poté espandersi ancora di più, venne largamente usata. 

Aneddoto
La filastrocca per bambini "giro giro tondo" fonda le sue origini proprio al periodo della peste, dove il "tutti giù per terra" fa riferimento alle vittime del morbo. 







Link: 

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Step #25: verso la conclusione