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venerdì 1 maggio 2020

Step #12: il rituale nella tecnologia tra il VI e il XVII secolo

Forse ispirato dagli eventi che stiamo vivendo, per quanto riguarda i rituali nella tecnologia mi sono dedicato ad una ricerca sui rituali dei medici durante la grande epidemia di peste del 1346 (anno di diffusione in Europa).

Dal punto di vista storico, la Peste Nera si diffuse negli anni '30 negli altipiani della Mongolia e poi, grazie alle rotte commerciali e ai relativi scambi, l'epidemia approdò sulle sponde orientali del Mediterraneo, raggiungendo il sud Italia e dilagando, in seguito, in tutta Europa.
Senza cure e senza vere e proprie conoscenze mediche su come affrontarla (per esempio non si pensava che potesse essere passata da uomo a uomo), la mortalità combinata delle varie tipologie di peste, peste bubbonica, setticemica e polmonare, raggiunse il 50% degli infetti, uccidendo tra le 20 e le 25 milioni di persone, un terzo della popolazione Europea.
Per quanto riguarda Africa e Asia, i dati non sono disponibili.

I rituali che andiamo a esaminare sono due.

Il primo è il metodo in cui i famosi Medici della Peste si proteggevano, secondo le credenze dell'epoca, dal virus.
Essi utilizzavano l'altrettanto famosa maschera a "becco" con due fori per gli occhi protetti da lenti di vetro e due per le narici, sfruttando il becco per inserire all'interno spugne imbevute d'aceto e essenze profumate per tenere lontani i cattivi odori. Questo perché si pensava che gli odori fossero veicolo del morbo.

Trionfo della morte, Palazzo Sclafani,
Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo (1446)


Un componimento del XVII secolo di autore ignoto, fa intendere come queste idee fossero radicate e come si pensasse che i medici fossero invulnerabili:

“Le loro maschere hanno lenti di vetro

i loro becchi sono imbottiti di antidoti.

L’aria malsana non può far loro alcun male,

né li mette in allarme.”





Una cura particolarmente strana e, soprattutto, inutile, fu quella messa in pratica dal medico Thomas Vicary
L’intero rituale fu chiamato “il metodo Vicary” e consisteva nello spennare il sedere di un pollo rigorosamente vivo per poi legarlo sui linfonodi gonfi del paziente. 
Una volta che il pollo si ammalava, bisognava lavarlo e riposizionarlo sul paziente, aspettando la guarigione di uno o dell'altro. 
Per quanto questa tecnica abbia portato solo ad effetti negativi grazie al fatto che infettando i polli l'epidemia poté espandersi ancora di più, venne largamente usata. 

Aneddoto
La filastrocca per bambini "giro giro tondo" fonda le sue origini proprio al periodo della peste, dove il "tutti giù per terra" fa riferimento alle vittime del morbo. 







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